biomeccanica
nel ciclismo

Il corpo umano, se tagliato a metà sagittalmente, è composto da due parti che non sono mai perfettamente uguali e simmetriche. La bicicletta taglia esattamente in due il ciclista, ed è qui che entra in gioco la biomeccanica.


Perchè la biomeccanica applicata al ciclismo?

Nel ciclismo, come in ogni altra disciplina sportiva, il corpo dell’atleta deve essere nella giusta condizione e posizione, tanto più se si considera il fatto che stiamo parlando di uno sport che si pratica “a catena cinetica chiusa”, con gesti ripetuti e il corpo saldamente vincolato su ben tre punti. Solo se è nella giusta condizione fisica e correttamente posizionato l’atleta (professionista o amatore che sia) potrà esprimere una buona performance, evitare infortuni ed essere longevo dal punto di vista sportivo.
Il corpo umano, se tagliato a metà sagittalmente, è composto da due parti che non sono mai perfettamente uguali e simmetriche. La bicicletta taglia esattamente in due il ciclista, ed è qui che entra in gioco la biomeccanica. Questa disciplina si propone di aiutare l’atleta a ottenere il massimo rendimento e comfort mettendo il suo corpo e tutte le parti che lo compongono nelle condizioni di operare sul mezzo bici armoniosamente, come una singola unità coordinata.

Purtroppo, ancora oggi molti ciclisti pensano che essere posizionati correttamente sulla bici significhi semplicemente far lavorare bene le gambe o avere un’altezza sella accettabile. Ma le cose non sono così semplici come sembrano. Insieme alle gambe, nella pedalata partecipano anche natiche, addome, schiena, collo e braccia. Tutte queste parti devono formare una catena cinetica muscolare in equilibrio, della stessa lunghezza e in grado di esprimere la stessa forza. Solo così l’attività sportiva del ciclista sarà non solo fatica ma anche gioia. Questo è l’obiettivo che intende raggiungere la biomeccanica e noi di Biomoove nel nostro centro.

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